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Firenze,
1° giugno 2019
CON IL RESTAURO DELLE RAMPE DEL POGGI, DOPO UN SECOLO DI SILENZIO
L’ACQUA TORNA A ZAMPILLARE RESTITUENDO ALLA CITTA’ IL FASCINO ROMANTICO DELLA
FIRENZE OTTOCENTESCA
Le
Rampe in festa: un pomeriggio dedicato ai fiorentini, agli innamorati e ai
bambini
L’
|
innagurazione
per il restauro del sistema di fontane, grotte e cascate inserite nel viale con
tre tornanti e percorsi pedonali che dal Piazzale Michelangelo discende fino al
Lungarno si è svolta sabato 18 maggio.
È
stata invece rinviata a sabato 1° giugno la festa organizzata dal Comune di
Firenze e dalla Fondazione CR Firenze per celebrare il recupero della vasta
area verde, incorniciata dalla magia dei giochi di acqua delle cascate, finalmente
restituita a Firenze e ai fiorentini. Per
questa occasione, sono state previste molteplici attività per grandi e piccini,
nonché è stato organizzato uno
spettacolo serale con giochi di luci e colori.
Realizzate
dall’architetto Giuseppe Poggi tra il 1872 e il 1876, le Rampe ebbero fin da
subito la funzione di assicurare la stabilità geomorfologica della collina. Già
nel lontano passato si erano verificati vari smottamenti e movimenti del suolo,
documentati addirittura da Leonardo da Vinci e da Giuliano da Sangallo. Per
questo motivo, le pendici della collina dovevano essere consolidate e i terreni
avevano bisogno di essere stabilizzati con un sistema di condotti idrici e di scoli
al fine di evitare il ristagno delle acque.
Destinate
ad essere anche cornice della culla del Rinascimento, si pensò ad una composizione
architettonica di straordinaria
bellezza. Per
questa ragione, il sistema delle Rampe fu progettato e realizzato su tre
livelli. Fu inoltre arricchito ed animato da grandi giardini e da grotte
inserite in delle nicchie scavate nei muraglioni. Furono progettate anche vasche
rivestite da preziosi mosaici, fontane, cascate con affascinanti giochi di
acqua che dal Piazzale Michelangelo scendono fino alla Torre di San Niccolò.
Quelli
di fine Ottocento furono anni di straordinario rinnovamento urbanistico ed
architettonico per la città. Dal
1865 al 1870 Firenze fu capitale d’Italia. La città, proprio in quegli anni,
cominciò a cambiare volto finendo per assomigliare alle capitali europee più
importanti.
In
quel periodo fu dato al Poggi l’incarico di realizzare il nuovo piano di
ampliamento della città. Questo nuovo piano prevedeva importanti ed incisive
trasformazioni urbanistiche, come l’abbattimento dell’ultima cinta muraria, la
realizzazione dei viali di circonvallazione e la costruzione della nuova
stazione ferroviaria di Campo di Marte.
Si
progettò anche un sistema organico di verde urbano, realizzando per la prima
volta un vasto complesso di giardini pubblici. Sono di quegli anni i piazzali e
i parchi collocati nelle zone meno centrali della città, come il Parco delle
Cascine, il Piazzale Donatello, Piazza Savonarola, Piazza della Libertà e i
Pratoni della Zecca Vecchia. Sempre in quegli anni vennero realizzati anche i
giardini del centro storico come il Piazzale d’Azeglio e il Giardino dei
Semplici.
E
proprio in quest’ampio contesto venne realizzato - tra il 1872 (l’anno successivo al
trasferimento della capitale da Firenze a Roma) e il 1876 - anche il Piazzale
Michelangelo con lo scenografico Viale dei Colli e le suggestive Rampe. Se il Viale dei Colli era stato realizzato
per le carrozze, oggi sostituite dalle automobili, le Rampe sembrarono pensate
per gli innamorati, romantico luogo di primi sospiranti baci e ultimi
struggenti addii.
La
manutenzione della struttura delle Rampe non fu mai facile. L’ultimo importante
restauro risale al 1955, quando sindaco di Firenze era Giorgio La Pira. Ma già pochi
anni dopo, negli anni ’70, il sistema cominciò a non essere più funzionante.
Degradate
veramente da troppo tempo, le Rampe sparirono dalla memoria della gente, non
solo da quella dei turisti, ma addirittura da quella degli stessi fiorentini. Non
era più possibile sopportare il degrado di una delle più belle zone della
città. E così che nel luglio 2018 è partito un programma di interventi di
conservazione e di ripristino degli elementi decorativi, consistente nella
progettazione di un nuovo impianto idraulico ecologicamente sostenibile e nella
piantumazione originaria.
Grazie
al filantropico finanziamento della Fondazione della Cassa di Risparmio di
Firenze e grazie alle ventisettemila ore di lavoro, le Rampe sono tornate a
rivivere, riacquistando l’antico splendore. Per mezzo dello strumento dell’Art Bonus - l’erogazione liberale in
denaro che ha permesso alla Fondazione il finanziamento dell’intervento - l’acqua
ha ricominciato a scorrere dopo decenni di silenzio, restituendo alla città il
fascino romantico della metà dell’Ottocento, per la gioia dei tanti innamorati
che potranno continuare a darsi i primi sospiranti baci e i calorosi abbracci o
gli ultimi struggenti addii tra il profumo e i colori delle piante e tra la
magia e il suono dello scorrere dell’acqua delle cascate.
di Sonia Modi