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lunedì 14 gennaio 2019

COMITATI CIVICI DELLA LEOPOLDA RITORNO AL FUTURO





  

Firenze 14 gennaio 2019

COMITATI CIVICI DELLA LEOPOLDA RITORNO AL FUTURO

Il sogno di molti giovani di porre un argine alla paura, alla superstizione, all’ignoranza e all’arroganza è partito in tutta Italia



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i ricordate dei “Comitati Civici” lanciati da  Matteo Renzi e da Ivan Scalfarotto alla “Leopolda 9”? E soprattutto, che fine hanno fatto quei comitati che sembravano nascere da un progetto del passato ma che guardano al futuro? 
 
Quei “Comitati Civici di resistenza civile”, nati dalla tre giorni fiorentina, derivano da una terminologia non nuova e dal sapore cattolico ed anticomunista. Storicamente, questi comitati erano nati come delle organizzazioni finalizzate alla mobilitazione civico-politica dei cattolici italiani. Furono costituiti da Luigi Gedda, vicepresidente dell’Azione Cattolica, allo scopo di impostare la campagna elettorale del 1948 in funzione anticomunista. All’epoca, i “Comitati Civici” risultarono decisivi per l’esito elettorale, facendo passare i voti attribuiti alla Democrazia Cristiana dagli otto milioni del 1946 agli oltre dodici milioni e mezzo del 1948.

Oggi i comitati di Renzi hanno l’ambizione di creare uno spazio moderno di iniziativa politica, anche attraverso l’uso di una piattaforma Internet, che consenta di formare una rete capillare di comitati e di persone.  

Si è voluto creare uno spazio civico in modo da mettere assieme persone che abbiano voglia di reagire alla politica di questo esecutivo e - per dirla con le parole che Renzi ha pronunciato alla Leopolda – cittadini che vogliano combattere in prima persona “contro la mediocrità e la banalità del Governo (...) per tornare al futuro e farlo di corsa prima che si abbatta sull’Italia lo tsunami causato dalla spaventosa incapacità grillo-leghista.” La gente che lavora, che risparmia, che vuole bene all’Italia - ha più volte esortato dal palco dell’ultima Leopolda il leader di centro-sinistra - deve farsi sentire. E questi comitati sono lo strumento offerto dalla “Leopolda 9”.

I nuovi comitati vogliono tutelare e difendere l’Europa e la veridicità delle informazioni e - come si legge dal sito: www.comitatiritornoalfuturo.it – rappresentano “uno strumento per l’impegno civile in prima persona, per mettere in rete la propria passione, le proprie idee, la voglia di difendere la democrazia e quei principi costituzionali che abbiamo ricevuto in prestito da chi ci ha preceduto perché fossero trasmessi a chi verrà dopo di noi”.

Si tratta, dunque, di movimenti che nascono dal basso con l’aspirazione di divenire un argine contro i nazionalismi e i totalitarismi. Vogliono combattere, come si legge dal sito, “la paura, la chiusura, la superstizione, l’odio, l’intolleranza, l’ignoranza e l’arroganza”.  

Ogni singolo partecipante può aderire ad un comitato, semplicemente andando sul sito Internet e, da qui, alla pagina “Comitati”, dove si trovano tutte le indicazioni. Per partecipare ad un comitato è richiesta una quota associativa che parte da un minimo di 5, mentre per rimanere in contatto con le iniziative dei comitati è sufficiente iscriversi alle newsletter del sito o andare alla pagina Facebook dei “comitatiritornoalfuturo”. 

Chiunque può costituire un comitato. È sufficiente creare un gruppo di almeno cinque persone e non più di trentacinque. Sarebbe auspicabile poi avere un luogo fisico dove incontrarsi; è sufficiente anche la casa privata di un partecipante. Chiaramente, l’utilizzo dei Social Media facilita la partecipazione ad una rete di interazione con i partecipanti degli altri comitati del proprio territorio che hanno scelto il medesimo settore preferenziale di azione. Dunque, l’adesione ad un comitato comporta anche l’adesione alla rete dei comitati. Per questo non è possibile - e prima ancora non ha senso - aderire a più comitati.

Ogni comitato viene denominato in base al tema scelto e alla città scelta come sede; di conseguenza, viene poi aggiunto un numero progressivo assegnato in base alla data di costituzione. Tuttavia, ogni comitato può personalizzare il nome aggiungendo altri elementi.

Ovviamente, i comitati non sono obbligati a lavorare soltanto sul tema prescelto, ma è appunto il tema prescelto che consente al comitato di essere messo in rete, sulla base non soltanto territoriale ma anche tematica, allargando così il proprio raggio di azione al di fuori del territorio di appartenenza.

L’intento degli organizzatori è quello di coinvolgere in questi comitati preferibilmente persone che non abbiano mai fatto politica prima di questa esperienza, anche se l’accesso non è certo escluso  né agli attuali né ai vecchi iscritti al Partito Democratico.

Quando alla “Leopolda 9” è stata lanciata l’idea dei comitati, a qualcuno sembrò, stando agli organi di stampa, il primo passo di Renzi e dei renziani verso l’uscita dal Partito Democratico in vista della creazione del più volte ipotizzato e mai confermato nuovo “Partito di Renzi”. 

A tre mesi di distanza il senatore di Scandicci risulta (almeno per ora) ancora iscritto al Partito Democratico.  Secondo un sondaggio di Emg, reso noto il 3 dicembre 2018 nel corso della puntata del programma di Rai 3 “Agorà”, il “Partito di Renzi” sarebbe in grado di raccogliere il 12% dei consensi degli elettori e verrebbe votato dal 47% degli elettori del Partito Democratico. A marzo 2018, un precedente sondaggio sull’apprezzamento dello stesso ipotetico nuovo soggetto politico indicava che solo il 4% degli elettori avrebbe votato per il “Partito di Renzi”.

Sarà cura dell’Altra Opinione seguire i progressi che questa iniziativa, per certi versi “nuova” - anche se con radici che affondano nella tradizione storica della politica italiana - riuscirà a conseguire nei prossimi mesi che, come più volte ribadito alla “Leopolda 9”, si annunciano non privi di difficoltà per il Paese.


di Sonia Modi

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sabato 25 agosto 2018

DERAGLIA "LEONARDO" IN PIAZZA BATONI: TANTA PAURA, 4 FERITI E SERVIZIO PARZIALMENTE SOPPRESSO PER TUTTA LA GIORNATA





Firenze, 25 agosto 2018
DERAGLIA “LEONARDO” IN PIAZZA BATONI:TANTA PAURA, QUATTRO FERITIE SERVIZIO PARZIALMENTE SOPPRESSO PER TUTTA LA GIORNATA
Impatto violento tra una Audi e un convoglio della tramvia in Piazza Batoni; sul posto sono giunti la Polizia Municipale, Vigili del Fuoco e ambulanze del 118


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uesta mattina, verso le 12:20, all’altezza di Piazza Batoni si è verificato uno scontro violento tra un’Audi nera eun convoglio della tramvia. Sul posto sono prontamente intervenuti ambulanze, Vigili del Fuoco, nonché la Polizia Municipale.


Secondo una prima ricostruzione della dinamica dei fatti, ancora in fase di accertamento, sembra che il tram stesse viaggiando in direzione di Scandicci quando avrebbe impattato violentemente contro l’autovettura;dal forte scontro la T1 è finita fuori dai binari ed ha invaso la sede stradale, nel senso di circolazione opposto a quello del tram.Per fortuna, a parte a tanta paura, ci sono stati solo quattro feriti non gravi,tra i quali il conducente dell’automobile, rimasto bloccato nell’abitacolo fino all’intervento dei Vigili del Fuoco. 


Dopo le operazioni di soccorso, sul luogo sono giunte anche due gru, necessarie per sollevare il vagone di testa del tram deragliato per riposizionarlo sui binari. Quando, poco prima della sedici, la tramvia è stata finalmente ricollocata sui binari, sono partiti spontaneamente gli applausi dei presenti.



Pesanti, tuttavia, le ripercussioni provocate dall’incidente:dai rallentamenti alla circolazione stradale in tutta la zona alle modifiche apportate al servizio garantito dalla società Gest. La linea T1 è rimasta infatti parzialmente interrotta per tutta la giornata nel tratto compreso tra le fermate “Arcipressi” e “Porta al Prato – Leopolda”; tuttavia il servizio è stato garantito dai bus sostitutivi che, sempre nello stesso tratto tramviario interrotto, hanno fatto da “navetta” fra le fermate non operative.


Nessuna conseguenza per la restante parte della linea T1: gli utenti che avessero voluto utilizzare il tram nel tratto compreso tra “Villa Costanza” e “Arcipressi” -  nonché quelli che da Porta al Prato avessero voluto recarsi a Careggi – probabilmente non si saranno neanche accorti che in quelli stessi momenti, in una zona periferica di Firenze, ma al tempo stesso punto cruciale del traffico stradale urbano, si lavorava alacremente per riportare al più presto la normalità.



di Sonia Modi
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lunedì 16 luglio 2018

ARRIVA “LEONARDO” E PROMETTE DI RIVOLUZIONARE FIRENZE




Firenze, 16 luglio 2018
ARRIVA “LEONARDO” E PROMETTE DI RIVOLUZIONARE FIRENZE
Si chiama “Leonardo” la linea tram T1 che unisce Villa Costanza (Scandicci) all’Ospedale di Careggi in 40 minuti



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a lunedì 16 luglio alle ore 5.38 è partita da Scandicci la nuova linea T1 detta “Leonardo”, che unisce Villa Costanza di Scandicci all’Ospedale di Careggi; i chilometri percorsi sono 11,5 e le fermate previste sono 26. Il tratto è percorso in 40 minuti, con una frequenza di passaggio dei convogli ogni 4 minuti e 20 secondi, in inverno, e 6 minuti, nel periodo estivo. 

La linea T1, dunque, - entrata in funzione il 14 febbraio 2010 e che per 8 anni ha unito Scandicci alla Stazione Centrale di Firenze – non terminerà più la sua corsa alla fermata“Alamanni – Stazione Santa Maria Novella”, ma proseguirà sul nuovo tratto appena completato, giungendo fino all’Ospedale Universitario di Careggi.

Da lunedì 16 a domenica 29 luglio il servizio offerto è gratuito, limitatamente al nuovo percorso realizzato, cioè dalla Stazione all’Ospedale e viceversa.

L’inaugurazione della nuova T1 è avvenuta alle ore 9.30 di lunedì 16, davanti alla fermata di Careggi. Erano presenti, oltre al Sindaco di Firenze, Dario Nardella, e all’Assessore alle Infrastrutture, Mobilità Urbanistica e Politiche abitative della Regione, Vincenzo Ceccarelli, anche l’ex Ministro delle Infrastrutturee dei Trasporti, Graziano Delrio, e l’ex Vice Ministro allo stesso dicastero, Riccardo Nencini, i parlamentari Maria Di Giorgi e Gabriele Toccafondi, nonché l’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori. 

Il tempo di realizzazione dell’opera - finanziata in gran parte con fondi europei - è stato di 4 anni (dal giugno 2014 al giugno 2018); assicura il Sindaco di Firenze, che questo “è un tempo europeo e quasi un record italiano”. Inoltre, ha aggiunto che: “siamo orgogliosi di questo risultato come pure della ricaduta occupazionale: per la messa in esercizio del prolungamento della T1 sono stati assunti quaranta nuovi autisti, tra i quali molti del nostro territorio”.

Ancora in costruzione è, invece, la “T2 – Vespucci”, la linea che coprirà la tratta dalla Stazione Centrale di Firenze all’Aeroporto “Vespucci”, la cui inaugurazione era originariamente prevista per l’inizio dell’anno scolastico, ma che, a causa del blocco del lavori iniziato il 22 giugno, ha visto un suo slittamento a data da precisare.

Le cinque ditte subappaltatrici hanno denunciato di non essere pagate da mesi dalla Grandi Lavori Fincosit, la ditta appaltatrice dei lavori. Il Comune e Tram s.p.a., il concessionario dell’opera, si sono resi disponibili a pagare direttamente le ditte, con il chiaro intento di vedere in funzione, entro la fine dell’anno, anche la “Vespucci”. 

In fase di definizione progettuale vi è anche il completamento della rete tranviaria - con la linea 3.2 - in direzione sud-est, sia verso Campo di Marte e Rovezzano, che verso Gavinana e Bagno a Ripoli, nonché della linea 4, che giungerà fino alle Piagge.

Allo studio ci sono,inoltre, i prolungamenti a nord sul viale Pieraccini – che servirebbe tutto il comprensorio ospedaliero, il C.T.O. e il nuovo Meyer - e quello, poi, che dal capolinea di Scandicci si diramerebbe verso Casellina e proseguirebbe fino a terminare a Lastra a Signa, nonché quello che dall’aeroporto giungerebbe fino a Sesto Fiorentino.

La rete tramviaria fiorentina, pertanto, promette di rivoluzionare Firenze e il sistema dei mezzi di trasporto utilizzato dai fiorentini e da coloro che vivono nell’area metropolitana.

Una curiosità linguistica: in occasione di questi lavori è stato chiesto un parere al servizio di consulenza linguistica dell’Accademia della Crusca per capire quale delle due forme fosse corretta: “tramvia” o “tranvia”. I linguisti di Castello hanno chiarito che sarebbe preferibile il termine “tranvia”,con le sue accezioni (tranvai, tranviario, tranviere ecc...)- sotto l’aspetto fonetico, questa forma risulterebbe più armonica con la scrittura e con la pronuncia del gruppo consonantico “NV”- sebbene siano ammesse, seppur come forma secondaria, le varianti con la “M” (tramvai, tramvia ecc...),quali forme anglicizzanti, derivanti dal termine inglese “tramway”; ed è questa la forma preferita a Firenze e a Scandicci, dove il “tram”, nella lingua parlata, diviene “tramme”.


di Sonia Modi
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