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Firenze, 14 settembre 2019
C’ERA UNA VOLTA LA FESTA DE L’UNITÀ
Nell’anno del primo governo giallo-rosso, edizione in
tono minore della Festa del Partito Democratico
S
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Questa
edizione – fiorentina, provinciale e regionale - si è svolta, per così dire, in
“formato ridotto”, per numero di giorni, per l’estensione degli spazi affittati
per l’evento e, soprattutto, gli ospiti inviatati.
Dopo
la decisione di abbandonare il parco delle Cascine, la suggestiva ubicazione che
ha ospitato la Festa negli ultimi anni, poche
settimane prima dell’inizio dell’evento è stata scelta l’ambientazione storica simbolo
di tante battaglie della sinistra, ovvero l’area esterna del “Mandela Forum”.
Che
la kermesse del PD di quest’anno
sarebbe stata sensibilmente ridimensionata si è iniziato a capirlo già nel mese
di luglio, quando si è posta la questione del luogo dove svolgere il consueto appuntamento
estivo del Partito.
Fin
dall’anno scorso però si vociferava che la Festa de l’Unità avrebbe dovuto
traslocare dalle Cascine ad una location
meno costosa. Ma alla fine l’edizione del 2018 fu organizzata sempre nella consueta
ambientazione lungo l’Arno, a due passi dal centro storico e al tempo stesso in
una zona facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici e privati.
Quest’anno,
invece, è prevalsa la necessità di contenere le spese e così sono state
valutate alternative più economiche. Dopo aver concretamente esaminato la
periferica ubicazione del Parco di San Donato, accantonati anche i progetti di
organizzare la festa del Partito al Tuscany
Hall e in una parte della Fortezza da Basso, la scelta è ricaduta sullo stesso
luogo già utilizzato negli anni ’90.
Alla
fine però il risparmio economico si è tradotto in una austerità complessiva
della kermesse della sinistra; l’area
utilizzata per la Festa è stata molto limitata, l’ubicazione prescelta è risultata essere difficilmente
raggiungibile con i mezzi pubblici, gli stand previsti sono stati quasi esclusivamente quelli gestititi dai volontari del
Partito Democratico e dai Giovani Democratici e gli ospiti di rilievo nazionale
sono stati davvero pochi (la Ministra Teresa Bellanova, Marco Minniti e la Maria
Elena Boschi).
Spiccano
le assenze dei vertici del Partito, come quelle del Segretario Nicola Zingaretti,
dei Vicesegretari Andrea Orlando e Paolo De Micheli e del Presidente Paolo Gentiloni.
Indubbiamente
sono apparsi molto lontani gli anni 2000 quando il Partito organizzava le Feste
de l’Unità, anche per un mese intero, in ampi spazi come quello della Fortezza
da Basso, ad un passo dalla stazione centrale e in una zona facilmente
raggiungibile con qualsiasi mezzo, pubblico e privato.
All’epoca
venivano invitati artisti di grande livello nazionale, si allestivano numerosi stand e ai dibattiti partecipavano i
maggiori leader della politica del
Paese. Eventi come quelli erano in grado
di richiamare l’attenzione di centinaia di persone, militanti, simpatizzanti,
curiosi e, soprattutto, tanti giovani.
Quest’anno
i visitatori sono stati davvero pochi. Gli intervistati sono apparsi
disorientati dalla repentina ed inattesa svolta dell’alleanza con i Cinque
Stelle. Probabilmente non hanno giovato le conseguenti polemiche interne, che
si sono poi concretizzate nella contestazione di Matteo Richetti e nella
fuoriuscita di Carlo Calenda; ma ancor di più è sembrato pesare nell’aria ciò
che ancora non è successo ma che tutti presagiscono succeda, cioè la creazione
di quel nuovo soggetto politico targato Matteo Renzi che, qualora nascesse,
potrebbe portare via numerosi leader
della sinistra e ridisegnare gli equilibri politici che tanto appaiono labili.
Ma per verificare questa ipotesi bisognerà attendere i prossimi giorni e
l’imminente Leopolda 10.
di Sonia Modi