mercoledì 27 marzo 2019

MARZO: IL MESE IDEALE PER VISITARE GRATUITAMENTE I MUSEI











Firenze, 27 marzo 2019
MARZO: IL MESE IDEALE PER VISITARE GRATUITAMENTE I MUSEI
Marzo è stato il mese che ha offerto molte opportunità per visitare gratuitamente i musei. Grazie alla “settimana dei musei”, alle “domeniche al museo”, alle “giornate di primavera del FAI” e alle varie aperture programmate dai singoli musei in occasione di alcune ricorrenze simboliche ed evocative, è stato possibile riscoprire i principali musei della propria città e del Paese
Questo che si sta concludendo è stato forse il mese che ha offerto molte occasioni per gli appassionati dell’arte e per chiunque abbia avuto la voglia di conoscere i molteplici tesori che il nostro territorio possiede, sfruttando le diverse iniziative che consentivano l’ingresso gratuito a tantissimi musei. 

Il primo appuntamento è stato quello di domenica 3 marzo. In questa giornata - così come in tutte le prime domeniche del mese, da ottobre a marzo - è stato possibile entrare gratuitamente nei musei e nelle aree archeologiche statali. 

L’iniziativa degli ingressi domenicali gratuiti ai musei fu inizialmente prevista con il Decreto Ministeriale n. 94/2014 MiBAC. Originariamente, la proposta culturale prevedeva l’ingresso gratuito ai musei statali in tutte le prime domeniche del mese. Recentemente però questo decreto è stato modificato dal Decreto Ministeriale n. 13/2019, entrato in vigore il 28 febbraio. Con tale modifica è stato ridotto il numero delle “domeniche al museo”, riservandole al solo periodo invernale, da ottobre a marzo. 

A Firenze, ad esempio, nella prima domenica di marzo è stato possibile visitare gratuitamente alle Gallerie degli Uffizi e al Giardino di Boboli, alla Galleria dell’Accademia, al Museo del Bargello e al Museo Archeologico Nazionale.

Il 3 marzo è stato possibile entrare, senza alcun costo per i visitatori, anche in tutti i musei civici fiorentini. L’iniziativa della “domenica metropolitana” ha perciò consentito a tutti i cittadini residenti nella città di Firenze e nella sua provincia di accedere gratuitamente in tutti i musei civici fiorentini.  

La “domenica metropolitana” ha sostituito l’originaria “domenica del fiorentino”, che permetteva a tutti i residenti nel capoluogo toscano l’ingresso gratuito in tutti i musei comunali nel corso della seconda domenica del mese. Dal 2015, il Comune di Firenze ha deciso di operare una modifica allineando l’iniziativa civica alla “domenica al museo”, prevista per i musei statali; e così, a partire dal 2015, anche per i musei comunali fiorentini è consentito l’ingresso gratuito ai residenti in tutte le prime domeniche del mese. 

Pertanto, grazie a tale iniziativa il 3 marzo si poteva accedere gratuitamente a prestigiosi musei, come ad esempio Palazzo Vecchio e la Torre di Arnolfo, il Museo del Bigallo e il Forte Belvedere.

Un’altra opportunità è stata prevista, sempre dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nell’ambito della campagna di valorizzazione dei luoghi di cultura “Io vado al museo”.  

In virtù di questa iniziativa culturale è stato possibile accedere gratuitamente a tutti i siti museali statali del territorio nazionale dal 5 al 10 marzo. 

In questo mese è stato possibile beneficiare anche delle nuove aperture gratuite previste in occasione di ricorrenze altamente simboliche ed evocative per la storia di Firenze, della Toscana e dell’Italia. 

Eike Schmidt, direttore delle gallerie degli Uffizi, ha commentato questa iniziativa, che ovviamente ha riguardato anche i musei da lui amministrati, definendo queste aperture straordinarie come occasioni di alto valore formativo e opportunità per tutti i cittadini per “ricordare e celebrare nel segno dell’arte e della cultura alcuni momenti e personaggi più importanti del passato di noi tutti”.

Grazie a questa iniziativa, la seconda domenica del mese, cioè quella del 17 marzo, in occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italia, è stato possibile entrare, sempre gratuitamente, a Palazzo Pitti  e nel Giardino di Boboli. 

La domenica successiva, quindi quella del 24 marzo, è stato invece possibile accedere gratuitamente alla Galleria degli Uffizi. Il 24 marzo rappresenta, infatti, la data della vigilia del Capodanno fiorentino, oltre che la ricorrenza della nascita di Francesco I De’ Medici, fondatore appunto degli Uffizi e perciò di uno degli spazi museali e di ricerca più famosi al mondo. 

Ma le opportunità culturali che potevano essere colte nel mese di marzo non si limitano a quelle finora descritte: nel corso di questo mese sono state organizzate, come di consueto, anche le “giornate di primavera” del Fondo Ambiente Italiano (FAI). 

In occasione della ventesima edizione di questa iniziativa, il 23 e il 24 marzo il FAI ha aperto le porte di 1.100 luoghi straordinari in tutta l’Italia, in 430 località nelle venti regioni italiane. L’iniziativa è stata consentita grazie ai trecentoventicinque gruppi di delegati sparsi in tutte le regioni e avvalendosi della collaborazione dei quarantamila “apprendisti ciceroni”. 

 Il tema di quest’anno è stato il “Ponte tra le culture”.  Così, per merito del FAI sono stati aperti ai visitatori centinaia di siti generalmente inaccessibili. Per esempio, a Firenze era possibile accedere al Complesso di San Firenze, all’ex Ospedale Psichiatrico di San Salvi, all’Hotel Bernini Palace (già Hotel Parlamento) e allo Stadio Comunale “Artemio Franchi”. Ma anche fuori Firenze, nel resto della Toscana, molti luoghi di grande interesse venivano eccezionalmente aperti alla curiosità dei turisti: a Pisa, per esempio, era possibile visitare la Villa del Gombo all’interno del Parco di San Rossore; stesso discorso a Volterra per il Convento di San Girolamo, al Monte Argentario per l’Istituto Tecnico Nautico “Giovanni Da Verrazzano”, a Grosseto per il Castello Piccolomini di Triana Roccalbenga e a San Gimignano per lo Spedale di Santa Fina.

In conclusione, questo mese ha dato la possibilità a chiunque, anche a chi non ha disponibilità economiche, di visitare i principali musei del nostro Paese. Probabilmente per questo motivo, si è potuto notare che mentre alle aperture domenicali dei musei era più frequente incontrare i turisti, nel corso della settimana dal 5 al 10 marzo non era raro imbattersi, oltre che in svariati appassionati d’arte, anche in molte scolaresche e famiglie.  Molti ragazzi hanno colto questa opportunità per vedere, alcuni per la prima volta, le innumerevoli opere d’arte che il capoluogo toscano, assieme alle altre città d’arte del nostro Paese, possiede; per coloro che li hanno accompagnati è stata probabilmente una piacevole occasione per fare un salto nel passato a riscoprire quei tesori già visti in precedenza o, addirittura, da giovani.

Se qualcuno non avesse potuto approfittare di questa serie di aperture straordinarie, potrà comunque sfruttare l’iniziativa delle “domeniche al museo” che, come in precedenza precisato, da quest’anno è limitata al solo periodo invernale, o le straordinarie aperture previste dai singoli musei in occasione di ricorrenze altamente simboliche ed evocative per la propria città o per il Paese. In ogni caso, è raccomandabile informarsi direttamente presso il museo che si ha il piacere di visitare, telefonicamente o consultando il sito internet.

di Sonia Modi
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sabato 16 febbraio 2019

E COSI', DOPO "LEONARDO", E' ARRIVATO ANCHE "VESPUCCI"







Firenze, 16 febbraio 2019

E COSI’, DOPO “LEONARDO”, E’ ARRIVATO ANCHE “VESPUCCI”

Si chiama “Vespucci” la nuova linea del tram “T2” che collega, in soli 22 minuti, la centralissima Piazza dell’Unità italiana con l’aeroporto fiorentino di Peretola “Amerigo Vespucci”


E così, dopo la linea "Leonardo", è stata la volta della linea "Vespucci". Alla cerimonia inaugurale dell’11 febbraio hanno partecipato, oltre al sindaco di Firenze Dario Nardella, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro delle Infrastrutture Toninelli. All’inaugurazione era presente anche la commissaria dell’Unione Europea per le politiche regionali, Corina Cretu. Infatti, il complessivo  progetto della rete tramviaria fiorentina (linea T1- Leonardo e linea T2-Vespucci) è stato realizzato anche grazie al sostegno economico del Fondo europeo di sviluppo regionale.

L’intera rete, il cui varo ha avuto inizio nel  lontano 2010 con la porzione dell’attuale linea T1 che originariamente collegava la stazione di Santa Maria Novella con Scandicci,  è al momento lunga 16 chilometri e 901 metri. La linea “T2”, o linea “Vespucci”, copre invece un tratto di 5,3 chilometri, articolato in 12 fermate. Il percorso si sviluppa prevalentemente a livello di superficie; tuttavia, una parte del tragitto è sopraelevato rispetto al livello stradale. Un tratto è invece sotterraneo e una parte, infine, si estende all’interno di un palazzo (il Palazzo Mazzoni). La nuova linea “Vespucci” parte da Piazza dell’Unità, di fronte al Monumento dei Caduti e si snoda attraverso alcuni punti nevralgici: la Stazione centrale di “Santa Maria Novella”, il Polo Universitario economico-giuridico e il centro commerciale di Novoli, il Nuovo Palazzo di Giustizia e la Regione Toscana. Il punto conclusivo di questo percorso è l’Aeroporto fiorentino di Peretola. 

Per la linea “T2”, al momento, sono previste 350 corse al giorno. Nelle ore di punta, così come già programmato per la linea “Leonardo”, è garantita una corsa ogni 4 minuti e 20 secondi. Inoltre, è previsto che il servizio inizi alle cinque del mattino e termini alla mezzanotte e mezza del giorno successivo, orario prolungato fino alle due di notte nei giorni di venerdì e sabato.

I tram in servizio sulla linea “Vespucci” sono 13 e per questa nuova tratta la Gest – la società concessionaria del gruppo francese RATP che si occupa della gestione delle linee della rete tranviaria di Firenze - ha assunto e formato 80 nuovi dipendenti tra conducenti, regolatori e manutentori.

Una curiosità: la nuova linea “T2-Vespucci” è stata inaugurata esattamente 140 anni dopo l’inaugurazione della vecchia linea tramviaria “Firenze - Peretola”. 

La presentazione della nuova linea tramviaria è stata ampiamente supportata da spot radiofonici e televisivi, la cui colonna sonora è costituita dalla riedizione dell’opera scritta proprio in occasione della storica inaugurazione di quel glorioso “tramvai” ottocentesco. Il brano, a torto ritenuto disperso, è stato riscoperto grazie al lavoro di Fabrizio Pettinelli, appassionato di tram e treni oltre che, particolare da non trascurare, tranviere e figlio di tranvieri. 

Proprio nel ricordo di questa originaria linea tranviaria, l’orchestra fiorentina “Nuova Pippolese” ha composto un arrangiamento dello storico brano, riproponendolo a bordo della tranvia nel corso della partenza inaugurale del pomeriggio di lunedì 11 febbraio.


 

di Sonia Modi

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lunedì 14 gennaio 2019

COMITATI CIVICI DELLA LEOPOLDA RITORNO AL FUTURO





  

Firenze 14 gennaio 2019

COMITATI CIVICI DELLA LEOPOLDA RITORNO AL FUTURO

Il sogno di molti giovani di porre un argine alla paura, alla superstizione, all’ignoranza e all’arroganza è partito in tutta Italia



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i ricordate dei “Comitati Civici” lanciati da  Matteo Renzi e da Ivan Scalfarotto alla “Leopolda 9”? E soprattutto, che fine hanno fatto quei comitati che sembravano nascere da un progetto del passato ma che guardano al futuro? 
 
Quei “Comitati Civici di resistenza civile”, nati dalla tre giorni fiorentina, derivano da una terminologia non nuova e dal sapore cattolico ed anticomunista. Storicamente, questi comitati erano nati come delle organizzazioni finalizzate alla mobilitazione civico-politica dei cattolici italiani. Furono costituiti da Luigi Gedda, vicepresidente dell’Azione Cattolica, allo scopo di impostare la campagna elettorale del 1948 in funzione anticomunista. All’epoca, i “Comitati Civici” risultarono decisivi per l’esito elettorale, facendo passare i voti attribuiti alla Democrazia Cristiana dagli otto milioni del 1946 agli oltre dodici milioni e mezzo del 1948.

Oggi i comitati di Renzi hanno l’ambizione di creare uno spazio moderno di iniziativa politica, anche attraverso l’uso di una piattaforma Internet, che consenta di formare una rete capillare di comitati e di persone.  

Si è voluto creare uno spazio civico in modo da mettere assieme persone che abbiano voglia di reagire alla politica di questo esecutivo e - per dirla con le parole che Renzi ha pronunciato alla Leopolda – cittadini che vogliano combattere in prima persona “contro la mediocrità e la banalità del Governo (...) per tornare al futuro e farlo di corsa prima che si abbatta sull’Italia lo tsunami causato dalla spaventosa incapacità grillo-leghista.” La gente che lavora, che risparmia, che vuole bene all’Italia - ha più volte esortato dal palco dell’ultima Leopolda il leader di centro-sinistra - deve farsi sentire. E questi comitati sono lo strumento offerto dalla “Leopolda 9”.

I nuovi comitati vogliono tutelare e difendere l’Europa e la veridicità delle informazioni e - come si legge dal sito: www.comitatiritornoalfuturo.it – rappresentano “uno strumento per l’impegno civile in prima persona, per mettere in rete la propria passione, le proprie idee, la voglia di difendere la democrazia e quei principi costituzionali che abbiamo ricevuto in prestito da chi ci ha preceduto perché fossero trasmessi a chi verrà dopo di noi”.

Si tratta, dunque, di movimenti che nascono dal basso con l’aspirazione di divenire un argine contro i nazionalismi e i totalitarismi. Vogliono combattere, come si legge dal sito, “la paura, la chiusura, la superstizione, l’odio, l’intolleranza, l’ignoranza e l’arroganza”.  

Ogni singolo partecipante può aderire ad un comitato, semplicemente andando sul sito Internet e, da qui, alla pagina “Comitati”, dove si trovano tutte le indicazioni. Per partecipare ad un comitato è richiesta una quota associativa che parte da un minimo di 5, mentre per rimanere in contatto con le iniziative dei comitati è sufficiente iscriversi alle newsletter del sito o andare alla pagina Facebook dei “comitatiritornoalfuturo”. 

Chiunque può costituire un comitato. È sufficiente creare un gruppo di almeno cinque persone e non più di trentacinque. Sarebbe auspicabile poi avere un luogo fisico dove incontrarsi; è sufficiente anche la casa privata di un partecipante. Chiaramente, l’utilizzo dei Social Media facilita la partecipazione ad una rete di interazione con i partecipanti degli altri comitati del proprio territorio che hanno scelto il medesimo settore preferenziale di azione. Dunque, l’adesione ad un comitato comporta anche l’adesione alla rete dei comitati. Per questo non è possibile - e prima ancora non ha senso - aderire a più comitati.

Ogni comitato viene denominato in base al tema scelto e alla città scelta come sede; di conseguenza, viene poi aggiunto un numero progressivo assegnato in base alla data di costituzione. Tuttavia, ogni comitato può personalizzare il nome aggiungendo altri elementi.

Ovviamente, i comitati non sono obbligati a lavorare soltanto sul tema prescelto, ma è appunto il tema prescelto che consente al comitato di essere messo in rete, sulla base non soltanto territoriale ma anche tematica, allargando così il proprio raggio di azione al di fuori del territorio di appartenenza.

L’intento degli organizzatori è quello di coinvolgere in questi comitati preferibilmente persone che non abbiano mai fatto politica prima di questa esperienza, anche se l’accesso non è certo escluso  né agli attuali né ai vecchi iscritti al Partito Democratico.

Quando alla “Leopolda 9” è stata lanciata l’idea dei comitati, a qualcuno sembrò, stando agli organi di stampa, il primo passo di Renzi e dei renziani verso l’uscita dal Partito Democratico in vista della creazione del più volte ipotizzato e mai confermato nuovo “Partito di Renzi”. 

A tre mesi di distanza il senatore di Scandicci risulta (almeno per ora) ancora iscritto al Partito Democratico.  Secondo un sondaggio di Emg, reso noto il 3 dicembre 2018 nel corso della puntata del programma di Rai 3 “Agorà”, il “Partito di Renzi” sarebbe in grado di raccogliere il 12% dei consensi degli elettori e verrebbe votato dal 47% degli elettori del Partito Democratico. A marzo 2018, un precedente sondaggio sull’apprezzamento dello stesso ipotetico nuovo soggetto politico indicava che solo il 4% degli elettori avrebbe votato per il “Partito di Renzi”.

Sarà cura dell’Altra Opinione seguire i progressi che questa iniziativa, per certi versi “nuova” - anche se con radici che affondano nella tradizione storica della politica italiana - riuscirà a conseguire nei prossimi mesi che, come più volte ribadito alla “Leopolda 9”, si annunciano non privi di difficoltà per il Paese.


di Sonia Modi

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