lunedì 27 maggio 2019

LA STRAGE DEI GEORGOFILI: UNA FERITA PROFONDA ED INDELEBILE PER FIRENZE

 



 
 
 

 

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https://www.linkiesta.it/author/sonia-modi/

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Firenze, 27 maggio 2019

 

LA STRAGE DEI GEORGOFILI: UNA FERITA PROFONDA ED INDELEBILE PER FIRENZE

 

Il ricordo della stagione degli attentati che scosse e cambiò la storia di una città e di un Paese

 


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ono passati ventisei anni ma il ricordo di quella ferita è ancora vivo, intenso ed indelebile.  Erano le ore 01:04 del 27 maggio 1993 quando una forte esplosione svegliò tutta la città di Firenze. In quella notte, a seguito della deflagrazione di un furgone Fiat Fiorino imbottito con quasi 300 chili di tritolo, crollò la Torre dei Pulci, sede dell’Accademia dei Georgofili. All’interno della Torre abitava la custode, Angela Fiume di 36 anni, assieme alla sua famiglia: il marito Fabrizio Nencioni, di 39 anni, e le loro figlie Nadia, di 9 anni, e la piccola Caterina, di soli 50 giorni. Tutti e quattro persero la vita. A seguito dell’esplosione, molti degli edifici circostanti presero fuoco, costringendo la gente a scappare per strada. In uno di questi, le fiamme tolsero la vita a un giovane studente di architettura, Dario Capolicchio di 22 anni, morto carbonizzato. Una cinquantina di persone rimasero ferite a seguito dell’attentato.

L’esplosione, oltre al crollo della Torre dei Pulci, causò ingenti danni al patrimonio storico-artistico della città: gravemente lesionati risultarono  il vicino museo degli Uffizi, il Corridoio Vasariano e Palazzo Vecchio. Alcune opere andarono definitivamente perdute, mentre altre rimasero gravemente danneggiate; ci sarebbero voluti molti lustri, mani infinitamente esperte ed ingenti finanziamenti per riportarle agli antichi splendori. Quasi superfluo aggiungere che molte delle abitazioni private limitrofe al luogo dell’esplosione rimasero profondamente danneggiate.

Ai primi soccorritori apparve uno scenario di guerra: un tappeto di vetri copriva il manto del loggiato degli Uffizi, la Torre dei Pulci era stata sventrata e dalle strette stradine medievali di via Lambertesca e di via dei Georgofili si sprigionavano alte fiamme. Con la luce delle prime ore del mattino si capì che non poteva trattarsi di una tragica fatalità provocata da una grossa fuga di gas, come in un primo tempo si era ipotizzato. Ben presto si comprese che si trattava di altro: di un attentato terroristico, la cui matrice era in quel momento difficilmente inquadrabile.

Nessun fiorentino dimentica quel boato, subito accompagnato dal silenzio assordante della notte. Da quel momento, niente sarebbe stato più lo stesso per la città e per l’Italia: era iniziata la stagione delle stragi del 1993.

Facciamo però un passo indietro, esattamente di un anno. Il 17 febbraio 1992 a Milano fu arrestato Mario Chiesa, dando il via a quella famosa serie di inchieste giudiziarie, passata alla storia col nome di  “Mani pulite”,  che svelò  un sistema di corruzione diffuso nell’imprenditoria e nella politica del Paese. Lo scandalo definito presto come “Tangentopoli”, aveva creato un crescente clima di sdegno e di malumore nell’opinione pubblica.  

Sul versante di Cosa Nostra, all’inizio dell’anno, più precisamente il 30 gennaio, la Corte di Cassazione confermò gli ergastoli del “Maxiprocesso”. Il 12 marzo venne ucciso a Palermo il parlamentare europeo della Democrazia Cristiana ed ex sindaco di Palermo, Salvo Lima; il 23 maggio morirono nel terribile attentato di Capaci il giudice Giovanni Falcone assieme alla moglie, magistrato anch’essa,  Francesca Morvillo e agli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani; il 19 luglio una seconda esplosione devastò via d’Amelio a Palermo e tolse la vita al giudice Paolo Borsellino assieme agli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Casentino e Claudio Traina.

In un clima di terrore e di inquietudine la Sicilia del 1992 si ribellò a questo stato di cose ritenuto, a differenza che in passato, insopportabile e non più ineludibile. I giovani uscirono dalle loro case per protestare contro la Mafia e, subito dopo, ad essi si unirono i loro genitori. Gli italiani cominciarono a pretendere una risposta energica dello Stato e i politici, fortemente indeboliti e delegittimati dalle inchieste di “Mani Pulite”, non poterono che approvare il regime del “carcere duro per i mafiosi”, noto come legislazione antimafia “Martelli-Scotti”. Pochi mesi dopo, venne arrestato Totò Riina.

Quando l’anno successivo ci fu l’attentato nel cuore di Firenze - preceduto alcuni giorni prima, il 14 maggio, dall’attentato a Maurizio Costanzo – tutti capirono che l’Italia stava cambiando troppo velocemente e che qualcuno, forse, non apprezzava la ventata di rinnovamento che attraversava il Paese. 

La conferma venne poco dopo l’attentato a Firenze, quando nella notte fra il 27 e 28 luglio, quasi in contemporanea, tre bombe esplosero: due a Roma, davanti alle basiliche di San Giovanni in Laterano e di San Giorgio al Velabro, ed una terza a Milano, in via Palestro. Anche in queste occasioni ci furono morti e feriti. 

E se l’Italia stava cambiando e per qualcuno lo stava facendo troppo velocemente, per molti, giovani soprattutto, era arrivato il momento di reagire. Il cambiamento era iniziato e le bombe non lo avrebbero frenato. E’ così che una generazione di giovani cominciò a impegnarsi in politica e nel sociale, partecipò in massa ai numerosi dibattiti che un po' in tutto il Paese si tenevano. Poi, con il tempo, molti di questi giovani si sono persi per strada, presi dalle difficoltà quotidiane e dal decrescente interesse per il sogno adolescenziale. Ma questa è un’altra storia.

 

di Sonia Modi

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sabato 20 aprile 2019

LA BOLDRINI, DOPO ESSERE STATA “BULLIZZATA” PER ANNI DA SALVINI, HA DECISO DI CAMBIARE STRATEGIA: RISPONDERE E “TROLLARE” IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO







Firenze, 20 aprile 2019

LA BOLDRINI, DOPO ESSERE STATA “BULLIZZATA” PER ANNI DA SALVINI, HA DECISO DI CAMBIARE STRATEGIA: RISPONDERE E “TROLLARE” IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Nella comunicazione politica 2.0, lo scontro Social tra Salvini e Boldrini, in questo ultimo mese, sembra essere stato vinto da quest’ultima




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l 1° aprile, forse per la prima volta, il ministro dell’Interno Matteo Salvini è stato messo in crisi da una donna (e, addirittura, di sinistra). E’ l’On. Laura Boldrini la persona che con un tweet, molta ironia ed un semplice hashtag - #MaQuandoLavori - ha ottenuto un inaspettato successo tra gli utenti di Twitter.
 
Ma facciamo un passo indietro. Lo scontro sui Social tra Salvini e la Boldrini va avanti da anni. Salvini ha una potentissima ed efficientissima macchina per il consenso guidata magistralmente da Luca Morisi. E uno dei bersagli preferiti del vice premier è appunto Laura Boldrini.
 
Da quando il Social Media Manager del “Capitano” ha preso in mano le redini della comunicazione del leader della Lega, non ha mai commesso un errore e Salvini non ha subito mai una sconfitta, mai un cedimento. Eppure, in questo ultimo mese qualcosa sembra essersi incrinato.

I primi sentori del cambiamento si avvertono a fine marzo, per la precisione il 31, quando la Boldrini viene chiamata da Salvini ad un confronto sui Social. Sono i giorni del XIII° Congresso mondiale delle famiglie che si svolge, tra mille polemiche, dal 29 al 31 marzo a Verona. L’Italia è divisa tra i sostenitori e i contestatori dell’evento patrocinato inizialmente anche dalla presidenza del Consiglio. Il Governo è spaccato. Di Maio definisce il Congresso, un “ritorno al Medioevo”. Salvini ha invece una posizione diversa e per questo vi partecipa. 
 
Proprio in questo contesto la Boldrini decide di andare anche lei a Verona e di partecipare alla manifestazione “People”, organizzata in aperta disapprovazione con le idee propagandate nel Congresso. Proprio nel corso di questa manifestazione ha luogo un simpatico siparietto: la Boldrini, invitata a ballare, non si sottrae alla richiesta e si esibisce assieme alle altre partecipanti nell’esecuzione di una tarantella. Inutile dire che il video viene immediatamente pubblicato sui Social. 
 
Salvini, informato prontamente del flash mob che si svolge al di fuori dal Congresso, risponde ironicamente (rigorosamente sui Social) dicendo che, probabilmente, la Boldrini si sta preparando per andare a “Ballando con le stelle”! Ma qualcosa, nella potentissima macchina del ministro, si inceppa. Il video dell’ex presidente della Camera, che balla tra le persone che manifestano a favore dei diritti delle donne, diventa virale così come hashtag: #ioballoconlaura.
  
Non sono ancora terminati gli echi di questo hashtag che Salvini cerca di recuperare e raccogliere consenso sui Social. Lo fa su un terreno a lui congeniale: quello della sicurezza e degli stranieri.  Il ministro dell’Interno pubblica un video ed alcuni post su Facebook ed Instagram. Su Twitter, invece, decide di cinguettare qualcosa di meno impegnativo. Comunque, il concetto espresso da Salvini è semplice: accusa la Boldrini di essere favorevole all’immigrazione clandestina incontrollata.
  
La Boldrini, impegnata in un incontro con gli studenti dell’Università Roma Tre, con ironia chiede al ministro quando lavora. Ed ecco che la risposta del 1° aprile della Boldrini, con il suo #MaQuandoLavori, schizza in alto nella colonna dei trend topic per l’intera giornata. Alla fine, la deputata di Liberi e Uguali raccoglierà 17.7K mi piace e 4703 retweet contro i 4146 cuoricini e 928 retweet del leader della Lega.
  
Qualche giorno dopo, il 7 aprile, il ministro dell’Interno riprende ad attaccare la Boldrini, aggiungendo poi che a sinistra sono senza speranza. La risposta dell’ex presidente della Camera non si fa attendere; la Boldrini evidenzia come Matteo Salvini “continui a fare il bullo sui social” avendo “bisogno di esporre qualcuno alla gogna”. Prosegue, informando il vicepresidente del Consiglio che “gli italiani non sono sprovveduti” e di non invidiarlo per niente, perché prima o poi gli italiani “chiederanno conto dei disastri che state combinando”.
Ed anche in questo caso la Boldrini riceve una valanga di cuoricini.
  
Siamo al 18 aprile, quando Salvini fa un tweet sulla proposta della Lega a favore della reintroduzione nelle scuole dell’educazione civica. Ecco che l’ex presidente della Camera gli chiede se ha intenzione di sedersi al primo banco. Ed associa la sua richiesta al ministro ad un nuovo hashtag: #DaChePulpito. Ed anche in questo caso, la Boldrini raccoglie una pioggia di like e retweet. 
 
Insomma, in questo ultimo mese la Boldrini, da vittima sacrificale di Salvini, sembra aver cambiato strategia ed aver deciso di reagire e rispondere sullo stesso terreno (quello  dei Social) del vice presidente del Consiglio. 
 
E così, la strategia “pane e Nutella” di Salvini sembra, per la prima volta, essere stata messa in crisi da quella graffiante della “Bella ciao” di Laura Boldrini. E’ troppo presto, però, per affermare se la strategia comunicativa, efficiente e vincente della “Bestia” di Matteo Salvini stia davvero mostrando qualche segno di cedimento. Al più, sembra essere un po' appannata ed in affanno dopo un anno di responsabilità di governo. In ogni caso, vi è una certezza: i tweet di Salvini, che miravano a ridicolizzare la leader di Liberi e Uguali, si sono rivelati dei veri e propri boomerang.

di Sonia Modi
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mercoledì 27 marzo 2019

MARZO: IL MESE IDEALE PER VISITARE GRATUITAMENTE I MUSEI











Firenze, 27 marzo 2019
MARZO: IL MESE IDEALE PER VISITARE GRATUITAMENTE I MUSEI
Marzo è stato il mese che ha offerto molte opportunità per visitare gratuitamente i musei. Grazie alla “settimana dei musei”, alle “domeniche al museo”, alle “giornate di primavera del FAI” e alle varie aperture programmate dai singoli musei in occasione di alcune ricorrenze simboliche ed evocative, è stato possibile riscoprire i principali musei della propria città e del Paese
Questo che si sta concludendo è stato forse il mese che ha offerto molte occasioni per gli appassionati dell’arte e per chiunque abbia avuto la voglia di conoscere i molteplici tesori che il nostro territorio possiede, sfruttando le diverse iniziative che consentivano l’ingresso gratuito a tantissimi musei. 

Il primo appuntamento è stato quello di domenica 3 marzo. In questa giornata - così come in tutte le prime domeniche del mese, da ottobre a marzo - è stato possibile entrare gratuitamente nei musei e nelle aree archeologiche statali. 

L’iniziativa degli ingressi domenicali gratuiti ai musei fu inizialmente prevista con il Decreto Ministeriale n. 94/2014 MiBAC. Originariamente, la proposta culturale prevedeva l’ingresso gratuito ai musei statali in tutte le prime domeniche del mese. Recentemente però questo decreto è stato modificato dal Decreto Ministeriale n. 13/2019, entrato in vigore il 28 febbraio. Con tale modifica è stato ridotto il numero delle “domeniche al museo”, riservandole al solo periodo invernale, da ottobre a marzo. 

A Firenze, ad esempio, nella prima domenica di marzo è stato possibile visitare gratuitamente alle Gallerie degli Uffizi e al Giardino di Boboli, alla Galleria dell’Accademia, al Museo del Bargello e al Museo Archeologico Nazionale.

Il 3 marzo è stato possibile entrare, senza alcun costo per i visitatori, anche in tutti i musei civici fiorentini. L’iniziativa della “domenica metropolitana” ha perciò consentito a tutti i cittadini residenti nella città di Firenze e nella sua provincia di accedere gratuitamente in tutti i musei civici fiorentini.  

La “domenica metropolitana” ha sostituito l’originaria “domenica del fiorentino”, che permetteva a tutti i residenti nel capoluogo toscano l’ingresso gratuito in tutti i musei comunali nel corso della seconda domenica del mese. Dal 2015, il Comune di Firenze ha deciso di operare una modifica allineando l’iniziativa civica alla “domenica al museo”, prevista per i musei statali; e così, a partire dal 2015, anche per i musei comunali fiorentini è consentito l’ingresso gratuito ai residenti in tutte le prime domeniche del mese. 

Pertanto, grazie a tale iniziativa il 3 marzo si poteva accedere gratuitamente a prestigiosi musei, come ad esempio Palazzo Vecchio e la Torre di Arnolfo, il Museo del Bigallo e il Forte Belvedere.

Un’altra opportunità è stata prevista, sempre dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nell’ambito della campagna di valorizzazione dei luoghi di cultura “Io vado al museo”.  

In virtù di questa iniziativa culturale è stato possibile accedere gratuitamente a tutti i siti museali statali del territorio nazionale dal 5 al 10 marzo. 

In questo mese è stato possibile beneficiare anche delle nuove aperture gratuite previste in occasione di ricorrenze altamente simboliche ed evocative per la storia di Firenze, della Toscana e dell’Italia. 

Eike Schmidt, direttore delle gallerie degli Uffizi, ha commentato questa iniziativa, che ovviamente ha riguardato anche i musei da lui amministrati, definendo queste aperture straordinarie come occasioni di alto valore formativo e opportunità per tutti i cittadini per “ricordare e celebrare nel segno dell’arte e della cultura alcuni momenti e personaggi più importanti del passato di noi tutti”.

Grazie a questa iniziativa, la seconda domenica del mese, cioè quella del 17 marzo, in occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italia, è stato possibile entrare, sempre gratuitamente, a Palazzo Pitti  e nel Giardino di Boboli. 

La domenica successiva, quindi quella del 24 marzo, è stato invece possibile accedere gratuitamente alla Galleria degli Uffizi. Il 24 marzo rappresenta, infatti, la data della vigilia del Capodanno fiorentino, oltre che la ricorrenza della nascita di Francesco I De’ Medici, fondatore appunto degli Uffizi e perciò di uno degli spazi museali e di ricerca più famosi al mondo. 

Ma le opportunità culturali che potevano essere colte nel mese di marzo non si limitano a quelle finora descritte: nel corso di questo mese sono state organizzate, come di consueto, anche le “giornate di primavera” del Fondo Ambiente Italiano (FAI). 

In occasione della ventesima edizione di questa iniziativa, il 23 e il 24 marzo il FAI ha aperto le porte di 1.100 luoghi straordinari in tutta l’Italia, in 430 località nelle venti regioni italiane. L’iniziativa è stata consentita grazie ai trecentoventicinque gruppi di delegati sparsi in tutte le regioni e avvalendosi della collaborazione dei quarantamila “apprendisti ciceroni”. 

 Il tema di quest’anno è stato il “Ponte tra le culture”.  Così, per merito del FAI sono stati aperti ai visitatori centinaia di siti generalmente inaccessibili. Per esempio, a Firenze era possibile accedere al Complesso di San Firenze, all’ex Ospedale Psichiatrico di San Salvi, all’Hotel Bernini Palace (già Hotel Parlamento) e allo Stadio Comunale “Artemio Franchi”. Ma anche fuori Firenze, nel resto della Toscana, molti luoghi di grande interesse venivano eccezionalmente aperti alla curiosità dei turisti: a Pisa, per esempio, era possibile visitare la Villa del Gombo all’interno del Parco di San Rossore; stesso discorso a Volterra per il Convento di San Girolamo, al Monte Argentario per l’Istituto Tecnico Nautico “Giovanni Da Verrazzano”, a Grosseto per il Castello Piccolomini di Triana Roccalbenga e a San Gimignano per lo Spedale di Santa Fina.

In conclusione, questo mese ha dato la possibilità a chiunque, anche a chi non ha disponibilità economiche, di visitare i principali musei del nostro Paese. Probabilmente per questo motivo, si è potuto notare che mentre alle aperture domenicali dei musei era più frequente incontrare i turisti, nel corso della settimana dal 5 al 10 marzo non era raro imbattersi, oltre che in svariati appassionati d’arte, anche in molte scolaresche e famiglie.  Molti ragazzi hanno colto questa opportunità per vedere, alcuni per la prima volta, le innumerevoli opere d’arte che il capoluogo toscano, assieme alle altre città d’arte del nostro Paese, possiede; per coloro che li hanno accompagnati è stata probabilmente una piacevole occasione per fare un salto nel passato a riscoprire quei tesori già visti in precedenza o, addirittura, da giovani.

Se qualcuno non avesse potuto approfittare di questa serie di aperture straordinarie, potrà comunque sfruttare l’iniziativa delle “domeniche al museo” che, come in precedenza precisato, da quest’anno è limitata al solo periodo invernale, o le straordinarie aperture previste dai singoli musei in occasione di ricorrenze altamente simboliche ed evocative per la propria città o per il Paese. In ogni caso, è raccomandabile informarsi direttamente presso il museo che si ha il piacere di visitare, telefonicamente o consultando il sito internet.

di Sonia Modi
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